L'Ombra del ricordo - secondo estratto
"L'Ombra del ricordo", by Bloodwitch Luz Oscuria |
Questo è il secondo estratto dal mio romanzo, "L'Ombra del ricordo", nella sua versione tradotta da iperbole10 Rita.
Appena ottenuta la firma, il proprietario non rimane altro tempo con noi lasciandoci molto rapidamente. Ha capito che abbiamo un sacco di cose da scaricare dalla macchina e sono già passate le otto di sera. Eccoci dunque al lavoro a prendere le cose, parcheggiarle Come nel mio alloggio a Saint-Germain, ho un ingresso anche qui, ma più piccolo e senza alcun armadio. Sono felice per avere una cucina separata stavolta.
«Questo cambierà la tua vita!» Ride Mylène.
«Questo è sicuro», rispondo, sorridendo. «Ricordo molto bene gli odori del cibo a volte persistenti fino a metà notte. È davvero spiacevole dormire nell’olezzo della frittura che pur lasciando la finestra aperta, non andavano via».
Alla fine ci sono pochi posti dove riporre le mie cose, non importa non sono così numerose. In ogni caso, l’alloggio è parzialmente arredato. Durante la nostra conversazione, il proprietario ci ha detto che la sua ultima inquilina ha deciso di lasciare alcuni mobili quando se n’è andata, perché non ne avrebbe più avuto bisogno in seguito. Tanto meglio per me, dal momento che ho improvvisamente guadagnato un tavolo intorno al quale possono magiare fino a quattro persone, così come un vero grande letto in un angolo della stanza.
Inoltre, l’inquilina precedente ha lasciato piante finte in vasi di plastica. Sembrano vecchio stile, ma dopo averci pensato, penso che aggiungano un po’ di colore al posto. In effetti, le pareti sono così bianche immacolate da far male agli occhi. La cucina, invece, ha pareti rivestite con piastrelle bianche e nere e spicca rispetto al soggiorno, che funge anche da sala da pranzo e camera da letto, e al bagno anch’esso ugualmente bianco.
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