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L'Ombra del ricordo - primo estratto

"L'Ombra del ricordo", by Bloodwitch Luz Oscuria
"L'Ombra del ricordo", by Bloodwitch Luz Oscuria

Questo è il primo estratto dal mio romanzo, "L'Ombra del ricordo", nella sua versione tradotta da iperbole10 Rita.

«Si sta svegliando!»

Una voce femminile. A chi appartiene? Non la riconosco. Dove sono? Appena apro gli occhi vengo abbagliato dalla luce intorno a me. Mi sembra di sentire qualcuno allontanarsi velocemente. Non ne sono sicuro, non riesco a recuperare lucidità.

Mi pare di intravedere quella che sembra essere una lampada da soffitto sopra la mia testa, simile a quelle che si possono trovare negli ospedali. È quella che mi sta accecando. Distolgo lo sguardo e con gli occhi socchiusi osservo ciò che mi circonda.

Sono sdraiato in un letto sconosciuto. Un letto d’ospedale, visto il lenzuolo bianco immacolato che nasconde il mio corpo. Riesco a sentire le dita dei miei piedi muoversi in fondo al letto. È un buon segno, credo. Cerco di portare la mano destra fino al viso. Riesco a mettere a fuoco le mie dita dopo qualche secondo, sono ancora intorpidito per potermi muovere a velocità normale.

Alla mia destra, su una piccola cassettiera è posizionato un telefono rosso il cui ricevitore è collegato alla base con un filo torto e pieno di nodi. C’è anche un bicchiere d’acqua vuoto accanto al quale è incautamente poggiato un libro aperto, con un segnalibro al suo interno. Al di sopra, una grande finestra con doppi vetri, chiusa. Fuori, il sole sta mandando i suoi raggi nella mia direzione.

È una bella giornata.

Alla mia sinistra, un enorme guardaroba beige mi impedisce di vedere cosa c’è oltre. Probabilmente la porta di questa stanza in cui sono solo. Eppure ho sentito una voce, quindi la persona che ha parlato dev’essere la stessa che è frettolosamente uscita.

Mi giungono frammenti di parole. Qualcuno si sta avvicinando. In effetti, pochi secondi dopo, due individui appaiono davanti al mio letto. Non distinguo correttamente i loro tratti, non so se sono uomini o donne, la vista è ancora offuscata dal risveglio troppo recente.

«Non dobbiamo mettergli fretta».


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